Ci sono anche tanti bambini di origine straniera, nati e cresciuti nel quartiere. Dalle elementari alle superiori: tutti a Santa Chiara per fare i compiti assegnati a scuola. Diya, 12 anni, originaria delle Mauritius, è iscritta alla terza media. Non manca un solo giorno al doposcuola. «Quasi tutti frequentano le scuole della zona – dice Gabriele Cardaciotto, che organizza il doposcuola dei piccoli di santa Chiara – Facciamo una nostra valutazione in base alla media matematica di voti che mettiamo ogni giorno al doposcuola e poi premiamo i più bravi. Questo per loro è molto stimolante. E quando qualcuno non ha tanta voglia di studiare, i genitori sono pronti a rimproverare severamente».
Ci sono almeno una ventina di volontari, quasi tutti studenti delle scuole superiori e universitari, che ogni giorno garantiscono la loro presenza a Santa Chiara. « Dal primo giorni in cui ho visto i bambini – dice Chiara Vaccaro, 19 anni, volontaria iscritta all’università – ho capito che non avrei più smesso e così è stato – è una soddisfazione vederli progredire ogni giorno. E quando a scuola migliorano e vengono promossi, è una gioia per tutti noi».
E’ boom di iscritti in tutti i corsi di doposcuola organizzati nei quartieri a rischio dispersione. A Brancaccio il centro Padre Nostro ne accoglie ogni giorno 85. «Prima erano una cinquantina – dice Maurizio Artale - oggi sono sempre di più. Le famiglie ce li affidano per toglierli dalla strada e farli studiare. E i risultati si vedono. Un ragazzo che abbiamo seguito dalle elementari è adesso violinista al teatro Massimo. Abbiamo bisogno di forze per offrire un servizio di qualità a tutti i bambini che ce lo chiedono. Ci servono più volontari: quelli del servizio civile non bastano».
I bambini di Brancaccio fanno doposcuola dell’auditorium del centro appena ristrutturato grazie a una donazione di Leroy Merlin. «Abbiamo voluto – continua Artale – un ambiente migliore per loro e ci siamo riusciti». Al centro sociale Anomalia del Borgo Vecchio ci sono in media 25 bambini per il doposcuola. «Ma le richieste sono molte di più - dice Giuliana Spera, volontaria di Anomalia – e abbiamo pochi volontari rispetto alle esigenze del territorio. Perciò cerchiamo in tutti i modi nuove persone disposte ad aiutarci. Al momento possiamo garantire solo due giorni a settimana di doposcuola, invece le famiglie ce lo chiedono tutti i giorni».
Al centro Filippone del Capo, ogni giorno alle 16, c’è la fila. «Ci siamo solo noi in zona - dice Aurora Amodio, che gestisce il centro Filippone - Ragazzi che venivano da noi da piccoli oggi fanno i volontari. Se capita di chiudere per un giorno, le famiglie ci rimangono malissimo. I genitori spesso non hanno gli strumenti per aiutare i figli nei compiti scolastici e abitano in case minuscole dove non c’è neanche lo spazio per aprire i libri e studiare. Proprio per questo vogliono che i figli vadano avanti a scuola».
di Caludia Brunetto
Fonte: La Repubblica
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