Le fiamme che hanno distrutto il pontile di Romagnolo hanno scalfito il sogno della borgata. «Di sicuro abbiamo fatto un passo indietro nella strada che porta alla rinascita di una zona che ha grandi potenzialità», riflette Francesco Pennino, presidente del comitato Costa Sud. Nella passerella molti vedono la base di partenza per la rinascita dei sette chilometri che vanno da Sant’Erasmo ad Acqua dei Corsari. Per molti altri è, invece, il simbolo del fallimento delle istituzioni. Basta parlare con Maurizio Artale , anima del centro Padre Nostro, per comprenderlo: «Sarò brutale, ma chi ha dato alle fiamme lo stabilimento ha fatto un favore al quartiere. Era ormai un pericolo per i ragazzi che nonostante i divieti entravano dentro la struttura sotto la passerella».
Cattedrale su un mare vietato, la passerella è stata costruita nel 2003 dalla Provincia con una spesa di più di due milioni di euro. Poi un rimpallo di responsabilità sulla gestione che ha coinvolto anche Regione e Comune l’ha abbandonata al degrado. L’edificio adiacente, a livello del mare, è diventato discarica, alloggio per senza casa e rifugio per i tossicodipendenti.
Ancora fumante, ci si interroga sul futuro della struttura e della costa Sud. « Questo fatto grave può essere un’opportunità di rilancio se non facciamo passare anni per la bonifica e si inizia subito a ricostruire la struttura. Ovviamente a una condizione precisa: bisogna attivare una vigilanza quando sarà pronto», riflette ilo presidente della seconda circoscrizione, Mario Greco. Sul destino della zona, è ottimista:«C’è l’impegno del sindaco Orlando e ci sono progetti che possono riqualificare il quartiere».
Più delle fiamme sulla passerella, a fissare la sorte della costa Sud sarà la balneabilità del mare. Nella primavera scorsa l’Arpa aveva promosso la qualità delle acque in un tratto di spiaggia, ma il cartello col divieto è rimasto a causa di uno scontro burocratico tra Regione e Comune. La prossima estate ci si potrà tuffare a Romagnolo? Resta il punto interrogativo.
Intanto, la realtà sociali del quartiere fantasticano sul futuro della costa. Come l’associazione Tuteliamoci che sogna un lido culturale con trenta dipendenti o come il gruppo “Giovani in” che ogni estate organizza attività in spiaggia per 15 ragazzi e ne potrebbe portare molti di più se soltanto ci si potesse tuffare.
Artale del centro Padre Nostro si infervora quando pensa alle occasioni mancate della costa Sud. “Noi qualche anno fa avevamo proposto di fare nella struttura adiacente alla passerella in solarium in cui 15 detenuti avrebbero lavorato e aiutato le famiglie”. Di buon umore se ne trova poco a Romagnolo, le fiamme lo hanno incenerito. «Questa struttura - dice Pennino – era un punto centrale nell’idea della nuova costa Sud, permettetemi adesso un po’ di rammarico».
di Giorgio Ruta
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