L’impegno deve partire dal basso, nel momento in cui con una matita tracci una croce nel segreto della cabina elettorale, ma anche in un’azione concreta per cambiare il volto del quartiere, «perché se diciamo che va tutto male, ma non facciamo niente per migliorare le cose, non abbiamo diritto di lamentarci». Ha un piglio deciso Salvo Geraci, 18 anni compiuti lo scorso 29 dicembre, pronto per andare alle urne la prima volta. Sogna di fare il criminologo, come quelli che ama guardare in tv sin da piccolo, e, quando conquisterà il diploma al liceo psicopedagogico al Danilo Dolci di Palermo, vuole seguire proprio questa strada. E’ lui uno dei volti giovani del Centro Padre Nostro onlus, che opera nella periferia di Brancaccio dai tempi del beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993. Con il centro ha frequentato campi – scuola, attività nel quartiere, maturando il senso dell’impegno secondo l’insegnamento di don Pino “Se ognuno fa qualcosa allora insieme si può fare molto”. «Devo ringraziare la mia famiglia e l’ambiente scolastico, che mi hanno stimolato molto – racconta Salvo che vive nella zona di Santa Maria di Gesù-. Mi definisco appassionato di politica. C’è un’urgenza a cui dare risposta: molti giovani sono demoralizzati, dopo il diploma o l’università devono andare all’estero per trovare un lavoro. Io voglio combattere questa battaglia, posso farlo votando. Voglio scrivere il mio futuro e quello dei miei coetanei». E lancia un appello ai giovani: «Andate a votare. Abbiamo tanti tesori in Italia. E’ necessario valorizzare questo patrimonio». Una consapevolezza lucida, che si scontra con una certa apatia nella fascia dei ventenni. «Io lo vedo a scuola – continua Salvo – si lamentano tutti, dicono che va tutto male, ma nessuno si impegna». Ma per fare scelte consapevoli, è necessario informarsi, conoscere. E le campagne elettorali mostrano inadeguatezza nel raggiungere capillarmente i cittadini, nel chiarire i contenuti dei programmi. C’è chi prova a informarsi, ma non resta soddisfatto delle risposte e rinuncia, allargando la fascia agli astensionisti. E’ stato così per Elison Tringale, 19 anni, che vive nella zona dello Sperone e che avrebbe potuto andare alle urne già per le elezioni regionali e comunali, ma si è arresa. Da sei anni frequenta il Centro Padre Nostro, sta per concludere il quinto anno del liceo artistico. «Non ci capisco molto della politica. Mi hanno detto più volte che è importante votare – ammette – si informa su Internet, ma non mi è chiaro da quale parte stare». Le sue priorità sono le regole. «Vorrei che chi governa facesse in modo di rendere le città più ordinate, di fare osservare le leggi, di evitare che ci siano ancora tante persone che dormono per strada» riflette. E promette: «Spero di capirne di più e andare a votare il 4 marzo».
di Alessandra Turrisi
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