L’asilo del beato Pino Puglisi, nel quartiere Brancaccio di Palermo, il luogo per far crescere i bambini della zona, sognato da un prete ucciso per il suo coraggio dai sicari mafiosi, si avvicina al compimento, dopo innumerevoli disagi, con un importante passo in avanti. Adesso parrebbe davvero soltanto una questione di tempi da rispettare. Ieri, il consiglio comunale del capoluogo di regione ha approvato la variante urbanistica utile per rimuovere gli ostacoli burocratici. Un traguardo raggiunto dopo la forte ed ennesima, evidentemente necessaria, denuncia di Maurizio Artale, presidente del “Centro Padre Nostro”, sui ritardi dell’opera. L’uomo che cammina nel solco dell’impegno di un sacerdote martire ha dovuto sferzare, più volte, inefficienze e immobilismi.
Una nota del Comune chiarisce i termini e spazza via le nubi che erano addensate: «L’approvazione in consiglio comunale della variante del progetto per la realizzazione dell’asilo di Brancaccio, intitolato a padre Pino Puglisi – dice il sindaco, Roberto Lagalla-, è una bella notizia, non solo per il quartiere, ma per tutta la città. Esprimo il mio apprezzamento per la sensibilità dell’aula nei confronti di un’opera che questa amministrazione, fin dal suo insediamento, ha voluto fortemente salvare quando rischiava di svanire. L’auspicio, adesso, è quello di bandire i lavori entro giugno, con l’obiettivo di far partire le opere a ottobre».
Artale ha rilasciato, a caldo, una dichiarazione raggiante, in un comprensibile turbinio di emozioni: «Il passaggio sblocca l’iter e rappresenta una tappa fondamentale. Viviamo una grande giornata, una delle puntate decisive. Abbiamo sudato, come accade per tutte le cose tribolate. Adesso siamo più sereni e il pensiero va a don Pino, niente si sarebbe fatto senza le sue spinte dall’alto. Parole di sollievo, molto diverse dai giudizi immediatamente precedenti, pronunciati quasi un mese fa, tramite un desolato appello pubblico: «Ogni giorno che passa un bambino viene regalato alla mafia». Quelle di febbraio furono frasi infuocate che raccontavano i ritardi della politica e li mettevano davanti a uno specchio: «Ma come, l’asilo non è una priorità? Era già un’emergenza trent’anni fa, poco prima che don Puglisi fosse assassinato – disse Artale -. Per di più in città mancano 459 posti al nido. Ancora c’è chi non comprende che, se alcuni quartieri sono privi di luoghi di aggregazione educativi, non sarà mai possibile arginare la violenza dilagante. La repressione non basta. E deve camminare di pari passo con un’offerta formativa che abbia come primo bacino la più tenera età».
Un comunicato del presidente della settima Commissione consiliare, il consigliere Pasquale Terrani, sottolinea le caratteristiche tecniche della scuola che verrà, dando il giusto merito: «Il consiglio comunale di Palermo ha approvato l’iter di progetto per la costruzione dell’aslo nido a Brancaccio, denominato “I Piccoli di Padre Pino Puglisi”. L’importo previsto per la realizzazione dell’asilo nido che, tra l’altro, era un desiderio del beato padre Pino Puglisi». L’importo previsto per la realizzazione è di 3,85 milioni di euro, per circa sessanta bambini. Va dato atto al “Centro Padre Nostro” del lavoro che svolge nel territorio e per avere proposto la realizzazione dell’asilo nido che, tra l’altro, era un desiderio del beato padre Pino Puglisi». L’orizzonte di Brancaccio, dunque, si rischiara. Anche se bisognerà attendere ancora la posa della prima pietra, vedere quella promessa concretamente in divenire, prima di lasciarsi andare a un definitivo sentimento di gioia. La strada è stata punteggiata da momenti diversi, tra felicità e scoramento. Il terreno concesso dall’amministrazione, il progetto realizzato e donato al Comune dal Centro Padre Nostro, con il generoso impegno dei fondi raccolti fra i lettori di Avvenire, con il contributo della Fondazione Giovanni Paolo II, la benedizione di Papa Francesco, nel 2018, durante la sua visita a Palermo, i soldi stanziati dallo Stato durante il primo governo Conte… Proprio il sindaco Lagalla aveva superato uno snodo cruciale, con il reperimento di ulteriori risorse per fronteggiare i costi delle materie prime. Il voto in consiglio comunale potrebbe rappresentare, finalmente, il passo che riconcilia, in parte, con le lentezze del passato. I bambini di Brancaccio, i figli di Palermo, avranno a disposizione un’idea del riscatto che si fa ricostruzione, cultura, sviluppo: il sogno incessante di don Pino Puglisi, arrivato fino a noi dopo un lungo cammino di speranza.
CINQUE ANNI DI TIRA E MOLLA
Un iter tormentato, tra stop e ritardi
Decisivo l’impegno della Chiesa italiana
È stato il Centro d’accoglienza Padre Nostro, fondato da don Pino Puglisi a Brancaccio, il principale “motore” del progetto legato all’asilo nido, in memoria proprio del sacerdote ucciso da Cosa nostra nel 1993. Il progetto donato al Comune di Palermo è stato finanziato anche attraverso i fondi raccolti fra i lettori di “Avvenire” e con il contributo della Fondazione Giovanni Paolo II, la Onlus per cooperazione e lo sviluppo sostenuta dalla Cisl e dalle diocesi della Toscana. Nel 2018, fu papa Francesco stesso a benedire l’iniziativa davanti ai familiari del prete. Tre milioni e mezzo di euro vennero stanziati dallo Stato, durante il governo Conte I, attraverso il Fondo di sviluppo e coesione. Negli anni successivi, però, le risorse parevano sfumate, anche per via di ritardi burocratici. Una svolta era arrivata un anno fa, quando il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, aveva sbloccato la pratica. L’ultimo stop un mese fa, da parte della Commissione urbanistica comunale. Dopo le proteste, ieri è arrivato il definitivo sì.
Matteo Piantedosi | violenza giovanile | asilo nido | Segnala | Commenta |
Il Consiglio Comunale approva la variante urbanistica per il terreno in cui sorgerà l'asilo nido "I piccoli di padre Pino Puglisi" 14/03/2024 |