È come se una doccia gelata avesse repentinamente cancellato gli effetti di un caldo bagno ristoratore. Al sorgere del 2025, Brancaccio, nella sua parte più impegnata e sensibile, si chiede cosa sarà del sogno di un sacerdote, ucciso dalla mafia, che ha lottato per il riscatto della borgata e della città.
Dopo l'annuncio dell'avvio del progetto esecutivo per l'asilo immaginato dal beato Pino Puglisi, nella sua Palermo, nella sua Brancaccio, arriva un nuovo stop in consiglio comunale. Il sindaco, Roberto Lagalla, rassicura: non ci saranno ostacoli, né ritardi, tutto andrà come previsto. Ma la polemica divampa. I familiari di padre Puglisi scrivono una durissima lettera aperta, con una amarezza palese. «Chi ha interesse a non costruire l'asilo nido a Brancaccio? La risposta - dicono, parimenti alla domanda, nasce spontanea: la mafia». E il presidente del Centro di accoglienza "Padre Nostro", Maurizio Artale, non sceglie la strada della diplomazia: «È uno sfregio». Ecco i passaggi che hanno provocato il ritorno di un clima di esasperazione e di incertezza.
Solo pochi giorni fa, nella mattina triste del funerale di padre Maurizio Francoforte, parroco di San Gaetano, sponda di azioni benefiche e persone di buona volontà nel quartiere, in un momento di cordoglio profondamente avvertito, una nota del Comune aveva diffuso la speranza. La giunta comunale di Palermo, si leggeva nel comunicato, ha approvato il progetto esecutivo per la costruzione dell'asilo nido "I Piccoli di Padre Pino Puglisi".
Il progetto, votato lo scorso marzo dal consiglio comunale e inserito nel programma triennale delle opere pubbliche, approfondiva la nota, avrà un costo poco inferiore a 3,9 milioni di euro che sarà coperto con gli stanziamenti in bilancio nelle annualità 24-26 attraverso i fondi Poc (Programma operativo complementare).
Il prossimo passaggio: la gara entro i primi due mesi del 2025. Questo l'iter descritto.
L'asilo nido, da completare entro dicembre 2026, è stato progettato dal Centro di accoglienza "Padre Nostro", con la collaborazione di Reggio Children con il contributo economico della Fondazione Giovanni Paolo II di Firenze, e ha potuto contare anche sull'impegno di Avvenire e dei suoi lettori.
Papa Francesco, durante la sua visita a Palermo, nel settembre del 2018, ha benedetto l'iniziativa di promozione umana.
Due giorni fa, il 31 dicembre, al confine del brindisi per il nuovo anno, la "doccia fredda": il consiglio comunale non ha approvato l'inserimento della scuola nel piano delle opere pubbliche, da integrare con il cantiere di Brancaccio.
Un fatto che ha subito assunto la fisionomia di una brusca frenata.
«Il non voto sulla modifica del piano triennale, che prevedeva la realizzazione dell'asilo a Brancaccio per l'annualità 2024, rappresenta un chiaro atto di sfiducia di parte della maggioranza nei confronti del sindaco di Palermo», così il consigliere M5s, Antonino Randazzo.
Maurizio Artale, presidente del centro di accoglienza che ha avviato l'iter per trasformare in realtà il sogno del sacerdote ucciso da Cosa nostra:
«Siamo davanti all'ennesimo sfregio della politica. Ognuno, a questo punto, si confronterà con la propria coscienza»
Il sindaco Lagalla è immediatamente intervenuto, per spiegare che niente verrà vanificato: «Sull'integrazione del piano triennale, si tratta di una vicenda interna al consiglio comunale
- sostiene il primo cittadino, dove è legittimamente maturata, al di là di ogni altra possibile considerazione, la richiesta di approfondimenti che potranno essere adeguatamente resi alla ripresa dei lavori d'aula, non essendovi peraltro scadenze vincolanti al 31 dicembre 2024. In ogni caso al fine di assicurare la continuità dei processi, il rup (il responsabile unico del procedimento, ndr) dell'opera ha già dato avvio alle procedure di gara, nel rispetto dell'articolo 5, comma 7 del nuovo codice dei contratti. Per quanto precede, ferma restando la richiesta del consiglio comunale, nessun ritardo - ecco lo snodo sottolineato dal sindaco di Palermo - si registrerà nello svolgimento del procedimento di realizzazione dell'asilo intitolato alla memoria di padre Pino Puglisi, a Brancaccio».
Niente cambierebbe, oltretutto, rispetto allo scenario già noto, perché il voto veramente determinante, così filtra da Palazzo delle Aquile, era stato quello di marzo che aveva già detto sì all'asilo, nel programma triennale delle opere pubbliche 2024-2026, grazie al via libera alla variante urbanistica.
L'accaduto, però, ha riaperto una ferita, soprattutto nella fiducia tenace di chi aspetta la realizzazione di un sogno da troppi anni. Risuona con un'eco molto forte la lettera resa pubblica siglata dai familiari del beato:
«Ora potete trovare tutte le scuse che l'ingegno umano può partorire -affermano -, potete fare appello al politichese potete fare appello al politichese o al populismo, potete anche richiamare la schiera corporativa e infinita dell'antimafia e della legalità.
Ma, mentre voi gridate e sgomitate nel mettere sul piatto le vostre giustificazioni, la mafia alleva bambini alla propria scuola, sussurrando parole di vendetta contro quella parte minuscola delle istituzioni e degli uomini, come il nostro caro Pino, che hanno tentato di sconfiggerla».
C'è amarezza, né potrebbe essere diversamente, anche nelle parole di Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza "Padre Nostro". «Siamo davanti all'ennesimo sfregio della politica. Ognuno, a questo punto, si confronterà con la propria coscienza - incalza -. Il progetto dell'asilo stava a cuore al beato Pino Puglisi che, a parole, tutti dicono di onorare. Ma non seguono gesti concreti». Brancaccio e Palermo aspettano. E continuano a sperare, nonostante tutto.
Il progetto
Il sostegno all’opera da Avvenire e dalla Fondazione Giovanni Paolo II
L'asilo nido a Brancaccio è l'ultimo sogno di padre Pino Puglisi. Un presidio culturale nel quartiere di Palermo dove il sacerdote è stato ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993. Perché, ripeteva, occorre «partire dai bambini per scalfire la cultura mafiosa». A voler realizzare il suo sogno è il Centro Padre Nostro, fondato dallo stesso Puglisi a Brancaccio, che tiene viva la sua eredità e la traduce in iniziative di riscatto sociale. Da quasi dieci anni il Centro si batte per costruire la scuola. Ha individuato l'area in un «terreno comunale che neppure il municipio sapeva di avere», spiega il presidente Maurizio Artale. E ha donato all'amministrazione comunale del capoluogo il progetto che è stato redatto grazie al contributo dei lettori di Avvenire e alla Fondazione Giovanni Paolo Il, onlus per lo sviluppo e la cooperazione delle diocesi della Toscana. Il progetto è stato benedetto da papa Francesco durante la sua visita a Palermo nel 2018, in occasione dei 25 anni del martirio di padre Puglisi. Davanti al luogo dell'uccisione i fratelli di don Pino e il presidente Artale avevano presentato al Pontefice l'iniziativa. (G. Gamb.)
Palermo
Clamoroso stop del consiglio comunale al nido da realizzare nel quartiere Brancaccio. Solo pochi giorni fa, la giunta comunale aveva dato il via libera al progetto esecutivo.
di Roberto Puglisi
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