La delega era prima degli azzurri, adesso quanto mai spaccati. Scolpita pure la Dc: subito confronto nella maggioranza
Lo scettro della delega lungamente contesa, alla fine, trova un nuovo re. Anzi, regina. Il Patrimonio, che fu all’origine del mandato del sindaco Lagalla assegnato a Forza Italia, passa ora alla meloniana Brigida Alaimo, che lo gestirà assieme al Bilancio. Parto sofferto e chissà con quali conseguenze negli altri alleati di maggioranza, da tempo l’uno contro l’altro armati per aggiudicarsi una poltrona in più. Certamente contava di riaverlo indietro la truppa degli azzurri, dopo l’addio ed il passaggio di Andrea Mineo, ex capo del Patrimonio, proprio a Fratelli d’Italia. A due anni e mezzo dall’inizio della consiliatura, gli equilibri in aula sono cambiati. Azzurri e meloniani sono numericamente presenti alla pari, con sette consiglieri a testa.
Ma, come dimostra l'ultimo dibattimento in aula del 2024, Forza Italia è piegata dalle diverse correnti che la animano, con gli effetti evidenti di una spaccatura perfino davanti alla decisione su un atto. La questione che ha reso evidenti malumori e divergenze nella maggioranza è rappresentata dal nuovo asilo I piccoli di padre Puglisi, per il quale c'è il progetto di costruzione, con circa 3 milioni di euro, a Brancaccio. Il sindaco lo aveva annunciato come opera imminente, la giunta aveva deliberato, il Consiglio doveva inserirla nell'elenco annuale delle opere pubbliche 2024 per accelerarne l'iter di appalto. E qui l'intoppo e lo scontro. E Gianluca Inzerillo ad attaccare il suo stesso compagno e presidente del Consiglio, Giulio Tantillo: «Salutare il 2024 con l'amaro in bocca per quello che accade a Sala Martorana e nello specifico all'interno di Forza Italia è una condizione che inquina tristemente il clima di ritrovata serenità dei giorni scorsi - tuona Gianluca Inzerillo. Mi rincresce ammettere l'inadeguatezza della persona che presiede l'aula. Ad aggravare questo comportamento c'è il tema in questione, trattandosi dell’asilo di Brancaccio la cui realizzazione fu tanto cara al beato Pino Puglisi, baluardo della lotta alla criminalità organizzata, che rischia di incorniciare questo Consiglio come il peggiore della storia». L'altro alleato, Fratelli d'Italia, non avrebbe garantito la discussione, sposando i dubbi sui costi dell'opera espressi dai consiglieri di Oso, che sul progetto hanno chiesto approfondimenti. «La scuola è presidio di legalità - spiega il capogruppo di Fdl, Giuseppe Milazzo - e non devono esserci ombre proprio perché viene edificata in quel quartiere. Non si perdono fondi, si tratta solo di attendere qualche mese in più per fare partire l'appalto. Parametrato ad altri asili in costruzione nelle periferie, questo ha un costo maggiorato e dobbiamo capire bene il motivo». Il Consiglio aveva ricevuto un messaggio dal presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale (c'è pure quella dei familiari di don Puglisi pubblicata qui accanto) alla vigilia del voto della delibera che parlava di «di buon senso di tutti quelli che sono stati eletti per realizzare il bene comune. Se oggi non si dovesse approvare questo ultimo atto dovuto non ci saranno Porte Sante da attraversare». «Che qualcuno si permetta di strumentalizzare il martirio di padre Puglisi per giustificare sperpero di denaro pubblico che basterebbe per costruire 5 e non un asilo nido e una ferita aperta che sanguina - dicono Ugo Forello e Giulia Argiroffi, di Oso - Riempirsi la bocca di antimafia per sostenere prezzi di opere pubbliche gonfiati, quelli attraverso cui storicamente la mafia prospera, è grave e inaccettabile come lo è che una persona, anche politicamente esposta, si permetta di interferire con il voto indirizzando messaggi dal sapore minatorio ai consiglieri. E spiace che il sindaco non dimostri sufficiente personalità ammettendo i dubbi che certamente toccano anche la sua valutazione». Per il M5S, il non voto sulla modifica del piano triennale, che prevedeva la realizzazione dell’asilo, rappresenta un chiaro atto di sfiducia da parte della maggioranza nei confronti del sindaco: «Il M5S ha più volte in questi giorni chiesto il prelievo e la trattazione sia in consiglio che in capogruppo. È uno schiaffo ai cittadini di Brancaccio - commenta Antonino Randazzo -.
Questo avviene a pochi giorni dalle dichiarazioni del sindaco che aveva espresso determinazione riguardo a questo progetto, con l'impegno di indire entro due mesi la gara. Fratelli d'Italia non voleva votarlo».
Tensioni e mugugni sull'andazzo dell'amministrazione agiterebbero anche la Dc, partito in crescita ed in cerca di secondo assessorato. Domenico Bonanno getta acqua sul fuoco ma chiede un chiarimento politico e, perché no, un rimpasto che al momento però non è nell'agenda di Lagalla. «Personalmente ritengo necessario un momento di sintesi con il sindaco e con le forze di maggioranza per confrontarci sugli obiettivi a breve termine - commenta il capogruppo -. Ma è inutile negare che serve anche un confronto politico interno alla maggioranza, perché ci sono alcune cose da rivedere. Inutili i problemi con i numeri in aula, spesso come maggioranza siamo in inferiorità rispetto alle minoranze. Noi siamo un gruppo unito e coeso. L'assessore Forzinetti gode nella nostra fiducia per l'azione amministrativa che sta svolgendo».
La lettera aperta firmata dal fratello, dalle cognate e dai nipoti con Maurizio Artale
Ma i familiari di don Pino: fate il gioco della mafia
La protesta è contenuta in una lettera non molto lunga, accorata, dura: scrivono i familiari di don Pino Puglisi, il Beato martire della mafia a cui dovrebbe essere intitolato il futuro asilo nido di Brancaccio. Protestano per le remore del Consiglio comunale sui costi della struttura e anche se il sindaco, Roberto Lagalla, rassicura sul fatto che non c'è alcuno stop all'opera, parlano apertamente di favore alla mafia, consistente nelle esitazioni, nei ritardi e nei rinvii per un'opera che al sacerdote ucciso da Cosa nostra nel settembre di 32 anni fa stava molto a cuore. A firmare l'appello sono Franco Puglisi e Angelina Amato, rispettivamente fratello e cognata di don Giuseppe Puglisi, con i loro due figli, Carmelo e Giusy Puglisi; ci sono anche i figli dell'altro fratello di padre Pino, Gaetano, oggi scomparso: un altro Carmelo e Nicolò Puglisi, con la madre Giacoma Tilotta. Poi ci sono i pronipoti Gaetano, Giovanni e Valentina La Rosa con Denis e Dea Martorana. Infine, c'è colui che viene definito «il nostro fratello acquisito, Maurizio Artale». «Premesso che il distinguo è obbligatorio - esordisce la lettera - e che quindi quando parleremo di maggioranza e di opposizione all'interno del Consiglio comunale, non vogliamo fare di tutta l'erba un fascio. C'è un solo fatto incontrovertibile... Oggi (martedi 31, ndr) il Consiglio, per volontà della maggioranza e dell'opposizione che fa politica scendendo in piazza con le mani sui fianchi, non ha approvato l'inserimento nell'elenco delle opere pubbliche da realizzare, per la prossima annualità, dell'asilo nido di Brancaccio i Piccoli di padre Puglisi, tanto voluto dal beato. Pertanto, a noi familiari sorge spontanea una domanda: chi ha interesse a non costruire l'asilo nido a Brancaccio? La risposta, parimenti alla domanda, nasce spontanea: la mafia!». I parenti del sacerdote parlano delle lunghe attese per gli arresti dei latitanti come Totò Riina, Bernardo Provenzano, Matteo Messina Denaro (da 25 a 43 anni) «e trentun anni sono passati invano per la costruzione dell'asilo nido... che purtroppo non vedrà la luce. Come mai tutto questo tempo per affermare semplicemente i diritti dei bambini, legalità e giustizia?». Non è questione di colore politico né ecclesiastico, tra Comune e Arcidiocesi: «Questo asilo ancora non sorge. Ora potete trovare tutte le scuse e fare appello al politichese o al populismo o richiamare la schiera corporativa e infinita dell'antimafia e della legalità... ma, mentre voi gridate e sgomitate per dare le vostre giustificazioni, la mafia alleva bambini alla propria scuola, sussurrando parole di vendetta contro quella parte minuscola delle istituzioni e degli uomini, come il nostro caro Pino, che hanno tentato di sconfiggerla. La maggior parte del popolo siciliano è affamato di mafia e voi, con il vostro atteggiamento e comportamento, con l'ignavia che vi ha contraddistinto in questi 31 anni, ne stuzzicate l'appetito». Gaetano Puglisi, il fratello maggiore di Pino, non ha fatto in tempo a vedere costruire l'asilo nido a Brancaccio; Franco, fratello più piccolo di Pino, «spera di vederlo realizzare, ma il suo stato di salute non depone a suo favore. Il resto della famiglia continuerà a "sperare" in questo anno giubilare, indetto da Papa Francesco sulla Speranza. Ma sappiate che per tutti quelli che in questi 31 anni non ne hanno permesso la realizzazione, non ci sarà Porta Santa che li perdonerà_ "Chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel Regno dei Cieli". Fatevi il conto... in 31 anni quanti bambini si sono consegnati alla mafia».
di Connie Transirico
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