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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

SCENARI_CULTURA. Gli anniversari servono a ricordare fatti e personaggi. In fondo è sempre l’anniversario di qualcosa o di qualcuno. Qui abbiamo messo insieme un’opera d’arte contemporanea, un saggio e un cortometraggio

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data articolo 31/08/2017 autore Panorama categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo di Panorama
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Che cosa unisce l’opera di un’artista d’avanguardia come Claudio Parmiggiani, già nel Gruppo 63, alla memoria di Padre Pino Puglisi, il sacerdote palermitano nato 80 anni fa e ucciso nel ’93 dalla mafia?
Domenica Primerano, direttrice del Museo Diocesano di Trento e presidente di Amei, l’associazione che riunisce i musei ecclesiastici italiani, espone con forza pacata come sia nato il progetto di una committenza per acquistare e far circolare, sotto il segno di un’iniziativa intitolata « Rinascere nel dolore», un’opera di Parmiggiani senza titolo ma di grande potenza suggestiva. « Occorre dare un segno forte: i musei diocesani devono aprirsi all’arte contemporanea, bisogna saper dialogare con il proprio tempo e con i suoi nuovi linguaggi. La funzione del museo non deve essere solo conservativa». Così, l’opera di Parmiggiani, un artista che sa far parlare schegge di luce e residui di materia, viaggerà attraverso 13 musei diocesani in Italia  per poi esser donata alla Casa Museo palermitana di Padre Pino Puglisi.
Perché la scelta di quest’opera?
Si tratta di un lavoro essenziale, in vetro nero riflettente, con una spaccatura nel centro che sembra una ferita o un’apertura di luce. Ci è sembrata una creazione dalla grande energia spirituale.
Com’è stato accolto questo lavoro?
Qualcuno ha detto:«Ma questo è un vetro rotto!». C’è sempre una resistenza da parte dei nostri musei, ma anche della comunità cristiana, nei confronti del contemporaneo. Anche se abbiamo esempi di arte sacra contemporanea notevolissima.
Perché donare l’opera proprio alla Casa-Museo di Padre Puglisi?
Abbiamo scelto un museo che non possedesse opere: quello di Padre Puglisi è costituito dalla sola spoglia abitazione del sacerdote. Inizialmente avevamo pensato a Lampedusa. Poi ci è sembrato di navigare troppo sull’onda mediatica degli sbarchi. Portare l’opera qui significa riconoscere l’esempio etico e l’attività educativa di questo sacerdote, che tuttora prosegue nel centro Padre Nostro da lui fondato a Palermo.
Si è dunque scelto di celebrare il ventennale del’Amei con una sorta di provocazione?
Si, per una sfida a più livelli:occuparsi del contemporaneo, ribadire il ruolo sociale dei musei, e vivere il presente nel rispetto di quell’idea del sacro che s’innerva nella pratica quotidiana dell’arte e della vita.

Silvia Tomasi

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