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Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

Il recupero della Bandita nelle idee dei ragazzi "Realizziamo un parco"

Residenti e associazioni in campo per risanare il litorale, nuova tappa della campagna di "Repubblica" #SalviamoLaBandita

data articolo 16/11/2018 autore La Repubblica categoria articolo RASSEGNA
 
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La Bandita oggi

Per i più giovani è uno spazio di aggregazione mancato, i più anziani, cresciuti nella Costa Sud, invece, rimpiangono la Bandita che fu. Prima che i detriti della speculazione edilizia soffocassero la roccia e che il mare ingoiasse metro dopo metro la sabbia del porticciolo. Sognano un parco, un luogo di ritrovo le associazioni onlus e i singoli cittadini che invocano il recupero della Bandita e che sposano la campagna di “Repubblica” #SalviamoLaBandita per risanare questa parte di Palermo tanto bella quanto abbandonata.

Un parco sul mare

«Studiamo questo posto da anni e abbiamo organizzato tanti eventi qui – dice Cristina Alga dell’associazione Mare memoria viva – nonostante sia un posto sporco e abbandonato c’è un legame strettissimo tra la Bandita e i ragazzi del quartiere. Non servono archistar né progetti milionari, ma piccole azioni essenziali di riqualificazione: due panchine a sant’Erasmo hanno cambiato il porticciolo». Per riaccendere la passione dei residenti, all’associazione è bastato portare in giro una torretta mobile dell’artista Elena Bellantoni, punto di osservazione sul quale salivano anziani e giovani esprimendo i propri desideri per la rinascita della Bandita. Non smette di sognare un piccolo parco sul mare, sul modello del parco della Salute del Foro Italico, Carmelo Castello dell’associazione Tuteliamoci. «Non esiste un posto di aggregazione in tutta la costa, la bandita potrebbe essere un posto ideale, con aree per bambini e attrazioni, magari con un affidamento alle associazioni per gestirlo, ma qui mancano le opere essenziali, dalla pulizia all’illuminazione fino al dragaggio». E’ questo il punto di partenza. Da anni cittadini e cooperative di pescatori aspettano che il Comune sblocchi i lavori per sistemare il porticciolo, che in trent’anni si è ricoperto di sabbia e detriti.

"Era la nostra Rimini"

Una soluzione per sistemare il porticciolo il centro Padre Nostro di Brancaccio, punto di riferimento di tutta l’area, impegnato da 15 anni anche alla Bandita, l’avrebbe. «Da dieci anni abbiamo una convenzione con il Pagliarelli e l’Ucciardone e ci piacerebbe impiegare i detenuti, guidati dai nostri giovani volontari in qualità di tutor, per attività sociali proprio alla Bandita”» dice Maurizio Artale, responsabile del Centro. «Abbiamo fatto vedere ai nostri ragazzi com’era prima questa costa e sono rimasti impressionati. Ai loro occhi sembrava un altro mondo, era come la nostra Rimini. Non è un caso che Padre Pino Puglisi abbia cominciato da qui la sua opera». Quelli che non si danno pace sono proprio le memorie storiche del quartiere, che ricordano la stagione felicissima degli stabilimenti e del mare dei palermitani. «Fino a quarant’anni fa questo posto era il paradiso, si poteva fare il bagno, pescare e il mare era molto più vicino», dice amaro Giuseppe Romano, 72 anni, titolare del panificio proprio di fronte il porticciolo. Dietro la cassa custodisce il volume fotografico con 121 scatti d’epoca curato da Franco Pennino, 70 anni, nato e cresciuto a Romagnolo, dal 1994 presidente dell’associazione per il recupero del golfo di Palermo, che cinque anni fa aveva coordinato un comitato cittadino con tutte le associazioni del quartiere e i comitati dei pescatori. «Che ne sanno i giovani di com’era questo posto -  dice Pennino – Io sono nato qui e nel 1965 facevo parte della pro loco Romagnolo, quando in questo golfo stupendo che era una meraviglia naturale e si faceva il bagno cominciarono a scaricare i materiali di risulta del sacco di Palermo».

Le associazioni che puliscono

«Non servono grandi progetti, basterebbe che la spiaggetta fosse riaperta alla fruizione, magari con uno stabilimento e la messa in sicurezza dell’arenile per la prossima stagione estiva» dice Marco D’Amico di Retake. Lo scorso maggio l’associazione di volontari e la Rap hanno pulito per l’ennesima volta il porticciolo, di plastica, rifiuti ingombranti e persino siringhe. E hanno fatto lo stesso decine di associazioni che hanno coinvolto i residenti. La stessa cosa che ha fatto “Repubblica” con Legambiente il 21 ottobre con l’iniziativa #Oggiraccolgoio dalla quale è nata la nostra idea per salvare la Bandita.

Tullio Filippone

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