(fipas) Relazionarsi con i minori che hanno subito abusi e con chi li ha compiuti richiede particolari competenze. Per questo motivo è stato organizzato all’istituto comprensivo «Padre Pino Puglisi» il progetto «Felipe» col fine di insegnare ai partecipanti il modo con cui ci si deve rapportare con entrambi i soggetti.
È di fondamentale importanza per il normale sviluppo del minore che chi lo circonda sappia instaurare con lui una corretta relazione, ma è altrettanto rilevante il compito di chi deve favorire il reinserimento nella società dell’autore delle violenze, che viene reso difficile dalla viltà del reato compiuto.
Così il corso di formazione è rivolto a: genitori, insegnanti, agenti di polizia penitenziaria, operatori sanitarie sociali; tutti compartecipi per legami familiari o di professione alla vita dei soggetti, autori o vittime degli abusi.
Gli organizzatori dell’iniziativa sono: la cooperativa Ares, l’Osservatorio sulla dispersione scolastica e il Centro di accoglienza onlus «Padre Nostro». Il responsabile del Centro Maurizio Artale sottolinea l’importanza della promozione di una cultura dell’infanzia diversa da quella con cui sono soliti confrontarsi i bambini che vivono in contesti di degrado sociale. Per raggiungere quest’obiettivo è necessario arricchire la formazione degli adulti.
«Alla luce di quello che sta succedendo nella nostra società dove il bambino è visto sempre più come oggetto e non come soggetto, questo progetto si pone il fine di diffondere e rafforzare una nuova cultura dell’infanzia e per l’infanzia. Inoltre, avere scelto questi destinatari, e cioè le agenzie educative territoriali, mette in evidenza il bisogno di una politica rivolta ai minori e agli adulti, che in una società civile devono essere loro custodi».
Uno degli obiettivi del progetto è quello di accrescere le competenze degli operatori nel riconoscere i sintomi degli abusati e aiutare coloro che hanno abusato di minori a reinserirsi nella società. lì corso, della durata di due anni, è stato finanziato coni fondi sociali europei.
A tenere le lezioni saranno medici, psicologi e dirigenti scolastici. L’iniziativa, rivolta in particolar modo alle zone di Palermo che risentono di un maggiore disagio sociale, verrà sviluppata anche in alcune scuole dei quartieri San Filippo Neri e Falsomiele.
Filippo Passantino
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