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«Sì alla beatificazione di padre Puglisi»

In Vaticano. La commissione dei teologi riconosce il martirio nell’uccisione del prete di Brancaccio De Giorni: «Un passo decisivo». Ora la parola a cardinali e vescovi della Congregazione e poi al Papa»

data articolo 12/10/2006 autore Giornale di Sicilia categoria articolo RASSEGNA
 
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Articolo del Giornale di Sicilia
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(altu) La vita e le opere di don Puglisi. il suo impegno di sacerdote al servizio della gente in una zona ad alta densità mafiosa, la sua testimonianza di Cristo senza compromessi, hanno convinto la commissione di teologi vaticani, chiamati a decidere sul suo martirio. Il penultimo e fondamentale passo verso la beatificazione del parroco di Brancaccio, ucciso dalla mafia tredici anni fa, è stato fatto. Proprio martedì gli otto teologi consultori Inno era assente) della Congregazione delle Cause dei Santi, riuniti in Vaticano, hanno espresso parere positivo sulla tesi che nell’uccisione da parte della mafia di don Puglisi si ravvisano i requisiti de) martirio. Lo ha no000ciai() ieri sera in cattedrale il cardinale Salvatore De Giorgi, in occasione della conclusione dell’Assemblea pastorale diocesana. Superato questo passaggio determinante, ora si attende che i cardinali e i vescovi di quella Congregazione confermino li parere cie Consultori ­spiega l’arcivescovo di Palermo, visibilmente soddisfatto -, che sarà sottoposto alla definitiva approvazione del Papa, al quale solo spetta autorizzare il medesimo dicastero a redigere e a pubblicare il decreto sul martirio. Pubblicato il decreto, Si potrà procedere al rito della beatificazione che, secondo le nuove norme, si svolgerà a Palermo. Giunge così ad una tappa importante il percorso verso la beatificazione avviato nel 1998. La fase diocesana del processo si è conclusa con esito positivo nel mag­gio 2001 -Le carte, e testimonianze, i documenti sono poi stati consegnati alla Congregazione delle Cause dei Santi, in Vaticano, che ha avviato l’esame degli atti. Nel maggio scorso la Commissione teologica della Congregazione, riunita per esaminare la positio, ossia la raccolta delle prove testimoniali e documentali e degli alti giuridici essenziali attraverso cui decidere se dalle opere di duo Puglisi e soprattutto dalla sua morte si possa desumere il martirio, ha chiesto un approfondimento. Adesso il via libera più atteso. L’epilogo di un percorso di valutazione del fenomeno mafioso che la Chiesa ha compiuto in questi anni, soprattutto a partire dall’anatema pronunciato nella Valle dei templi da Wojtyla nel 1993. Poi il documento dei vescovi siciliani in cui si afferma che la mafia è incompatibile col Vangelo e la consapevolezza che gli assassini di don Puglisi agirono veramente in odium fidei, proprio alla stregua degli «infedeli» che massacrano un missionario. Un giudizio positivo che chi ha conosciuto quel piccolo sacerdote ostinato e fedele al Vangelo ha già tinto per scontato. Alessandra Turrisi

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