Dodici anni fa l'attacco mafioso e la morte di don Pino Puglisi, parroco ed eroe sociale di
Brancaccio.
Da domani le celebrazioni e il bilancio di un sacrificio al quale padre Francesco Stabile -che ha coordinato per la diocesi le manifestazioni - rende onore:
«Don Puglisi ebbe una grande coerenza fra il suo credo e il suo agire, fino alla donazione della vita. Per tenere vivo il suo messaggio di coerenza oggi è necessario colmare il divario fra fede cristiana e prassi mafiosa: per troppo tempo la gente ha creduto di poter mettere insieme le due cose, la fede e il comportamento mafioso».
E oggi che Palermo è di nuovo a un bivio e si avvia a votare, l'appello dello storico e politologo va alla Chiesa:
«La gerarchia ecclesiastica faccia una forte raccomandazione e un appello alla coscienza dei credenti, scelgano personaggi che siano trasparenti e sui quali non ci siano dubbi, personaggi che sentano anche il dovere della giustizia sociale».
Per Brancaccio, dodici anni dopo, padre Stabile non è pessimista: «L'opera del Centro Padre Nostro con i ragazzi del quartiere si è estesa e lascia il segno, c'è la presenza della scuola media, c'è il liceo scientifico Basile che porta in giro per l'Italia lo spettacolo di Roberto Lopes "Tu da che parte stai?”».
E l'opera del Centro Padre Nostro si estende: la comunità fondata da don Puglisi diventa una piccola «industria» della solidarietà. Il responsabile Maurizio Artale e il presidente protempore Antonio Di Liberto ricordano «l'ampia offerta di servizi al quartiere, ai ragazzi, agli anziani e agli ultimi, e ora apriamo una nuova casa di accoglienza a Carini».
Si chiama Casa Zagara, è stata «realizzata in un immobile confiscato alla mafia, in via Lichene 18, ed è destinata ai ragazzi che andranno a trascorrere periodi settimanali impegnati con i nostri operatori su temi della legalità e della solidarietà giovanile». Casa Zagara sarà inaugurata lunedi 12 dal vescovo di Monreale Cataldo Naro. (...)
Delia Parrinello
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