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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
Fondato dal Beato Giuseppe Puglisi il 16 luglio 1991. Eretto in ente morale con D.M. del 22.09.1999
Centro di Accoglienza Padre Nostro Onlus

VI premio Obiettivo Legalitą Giuseppe La Franca 2011

Un premio anche per il Centro di Accoglienza Padre Nostro

data articolo 17/12/2011 autore redazione categoria articolo PREMI E RICONOSCIMENTI
 
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Nell'immagine: Nella foto il Vicepresidente e la Responsabile del Centro Padre Nostro
Nell'immagine: Nella foto il Vicepresidente e la Responsabile del Centro Padre Nostro

Il premio "Obiettivo Legalità" è stato istituito nel 2006 dall'Osservatorio per lo Sviluppo e la Legalità in memoria dell'avv. Giuseppe La Franca che, nel 1997, per aver contrapposto i propri valori di uomo e cittadino libero all'arroganza mafiosa, ha subito la violenza omicida di chi è abituato a far prevalere la violenza sul senso della legge e del rispetto degli altri. Il Centro di Accoglienza Padre Nostro, sabato 17 dicembre 2011, presso l'Auditorium I.T.C.G. "C.A. Dalla Chiesa" di Partinico (PA), ha ricevuto tale riconoscimento nel nome del suo fondatore, Padre Pino Puglisi, barbaramente ucciso il 15 settembre 1993 per mano mafiosa. Maria Pia Avara, vicepresidente, e Mariangela D'Aleo, responsabile del Centro Padre Nostro hanno ritirato il premio.

INTERVENTO DEL VICEPRESIDENTE

In occasione della consegna del Premio "Obiettivo Legalità", assegnato dall’Osservatorio per lo Sviluppo e la Legalità Giuseppe La Franca di Partinico al Centro Padre Nostro, in quanto associazione che si è distinta per l’affermazione dei valori della legalità, soprattutto nelle giovani generazioni, e per l’attività civile svolta in territori difficili della città di Palermo, la sottoscritta ha dato voce, oltre che agli operatori e ai volontari in Servizio Civile, ai ragazzi che frequentano le nostre attività. L’assegnazione del premio ha rappresentato l’occasione per riflettere sull’impegno del Centro Padre Nostro in tale ambito e per chiedersi: come realizziamo la nostra opera di educazione alla legalità? Cosa i ragazzi imparano da noi sulla legalità? Abbiamo, dunque, dedicato un incontro a tale riflessione e abbiamo chiesto minori che frequentano le attività realizzate dal Centro e ai ragazzi del sogno di Padre Pino Puglisi cosa sia per loro la legalità e cosa abbiano imparato sulla stessa frequentando il Centro Padre Nostro. Le risposte ci hanno stupito per la loro profondità, sensibilità e, al contempo, per quella concretezza, che fa sperare che il percorso che compiono al Centro dia origine a comportamenti reali nella vita quotidiana. Alla domanda “Cos’è per voi la legalità?” hanno risposto che “la legalità è il rispetto e la pratica delle leggi, che la legalità è “dire “no” alla mafia, combatterla e combattere la sua prepotenza”, sottolineando la connessione tra il rispetto delle regole e dell’altro e la lotta all’arroganza mafiosa. Hanno affermato che “la legalità non è un concetto astratto, ma è il coraggio di dire quello che si pensa, è camminare a testa alta”. Mostrando il collegamento tra la salvaguardia dei diritti e la legalità, hanno identificato la legalità con “il diritto allo studio, l’attenzione per il più bisognoso, il rispetto del bene comune”. Uno dei ragazzi ha detto che “la legalità sono i mandarini, il pane, l’olio i prodotti delle terre di Ciaculli e di Corleone confiscate alla mafia”, mostrando la consapevolezza di un concetto molto complesso, che è quello che sta alla base della confisca dei beni alla criminalità organizzata, con la quale, non solo si intende attaccare il potere della mafia, con il conferimento di una nuova destinazione d’uso per finalità sociali, ma soprattutto restituire il bene alla collettività che ne è stata privata. Infine, hanno affermato che “la legalità è essere uniti, liberi di fare ciò che si pensa. E’ fare il proprio dovere. La legalità dobbiamo essere tutti noi”, sottolineando la responsabilità di ogni singolo individuo e richiamando, più o meno consapevolmente, il messaggio di Padre Puglisi, che affermava: «Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno. Non è qualcosa che può trasformare Brancaccio. Questa è un'illusione che non possiamo permetterci. E' soltanto un segno per fornirci altri modelli, soprattutto ai giovani. lo facciamo per poter dire: dato che non c'è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto...». Rispetto alla domanda-stimolo relativa a cosa hanno imparato circa la legalità frequentando il Centro Padre Nostro, i ragazzi hanno detto di aver imparato che è importante ricordare le vittime della mafia, perché significa che non sono morte invano. Hanno riferito di aver compreso cosa significa “impegno”, anche grazie al fatto di esser stati coinvolti nell’impegno di portare avanti il sogno di P.Puglisi. Ancor più significativo è il riferimento a comportamenti e gesti concreti: una delle ragazze ha riferito di aver imparato “che è importante condividere ciò che si ha: per esempio prima non volevo prestare i miei trucchi, perché ero gelosa adesso mi fa piacere prestarli alle mie amiche”. “Si può aiutare senza pretendere nulla in cambio” ha detto di aver imparato un'altra adolescente, portando ad esempio un momento bello vissuto al Centro, ovvero l’accoglienza e il pranzo di Natale con le famiglie e gli operatori, al quale un altro ragazzo ha aggiunto l’andare in carcere nelle serate di agosto per condividere un film con i detenuti e il fatto che gli operatori dedichino le proprie vacanze agli utenti, realizzando campi-scuola e colonie. Nella nostra riflessione sulla legalità abbiamo voluto coinvolgere anche quelli che prestano la loro opera al Centro Padre Nostro e che affiancano gli operatori nell’intervento di educazione alla legalità. Abbiamo riflettuto con loro sulla responsabilità che ciò comporta e sulle modalità più adeguate per trasmettere ai minori messaggi di legalità. I Volontari hanno mostrato una grande consapevolezza dell’importanza degli esempi concreti e dei modelli per i bambini e i ragazzi. Ad esemplificazione e sintesi del loro pensiero, volevo, in particolare, leggervi quanto espresso da due volontari. Una giovane ha affermato che per lei la legalità è “un concetto astratto che, ogni giorno, alcune persone cercano di rendere concreto; è l’insieme di regole che servono a rendere i cittadini persone migliori, per far sì che, di conseguenza, la società sia migliore”. Ha aggiunto che il concetto di legalità è più concreto da quando è volontaria al Centro Padre Nostro, proprio perché ogni giorno cerca di renderlo tale per i minori. Uno dei volontari ha, invece, affermato che la legalità “non è semplicemente ciò che concerne il “si può fare” (o il non si può fare), bensì ciò che si può fare per migliorare il rapporto con l’altro, sia esso un utente, un’istituzione, o una qualsiasi persona che abita dall’altra parte del mondo, perché la legalità porta l’onestà e quindi la pace e il benessere comune”. Se dovessi rispondere io allo stimolo alla riflessione che abbiamo fornito ai nostri ragazzi ed esprimervi come il Centro Padre Nostro realizza la propria opera di educazione alla legalità, mi verrebbero in mente nell’immediato i gesti concreti che ogni giorno tutti noi operatori compiamo, che si ispirano all’insegnamento di Padre Puglisi, che affermava: “Dobbiamo riuscire a far capire ai bambini perché esistono, per che cosa vivono, ma senza fare discorsi filosofici. Il bambino (…) capirà i gesti che si faranno: il gioco, la convivenza, intesi come modelli di comportamento. Nel gioco, si deve far loro vedere che ci sono delle regole da seguire, che non è giusto barare: nell’ambiente mafioso chi bara ha più consenso, perché esprime doti particolari, come la furbizia. Diventa una controproposta anche per loro, uno stile di vita. (…) Un volontario, una suora che vanno lì, nelle loro case, con senso di solidarietà, di gratuità, di amore cristiano rappresentano una controproposta che potrà avere un’efficacia in seguito”.

Maria Pia Avara

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